GIANLUCA MOROZZI SCRIVE SU THE NATIONAL

Blog Post 1

Gianluca Morozzi scrive su The National

Non capita spesso, a noi frequentatori assidui di concerti, di vedere una band in quel punto perfetto della sua parabola in cui la spinta propulsiva si sposa alla maturità. Quanti gruppi abbiamo colto ancora acerbi, seppur pieni di urgenza espressiva, o già bolsi e condannati a suonare le canzoni vecchie, davanti a un pubblico che a stento sopporta il nuovo materiale? I National arrivati a Lucca a chiudere il festival sono esattamente lì, a quel punto del loro percorso. Il nuovo album è pieno di instant classic, i musicisti tengono il palco alla perfezione, e Matt Berninger ha una voce che saprebbe cantare in modo affascinante anche l’orrenda formazione del Bologna 2013-2014. Il concerto è iniziato nel più strano dei modi: nel momento in cui i National hanno messo un piede sul palco, i lampi che avevano sinistramente illuminato Cat Power si sono trasformati in pioggia con un tempismo singolare. La duchessa Maria Luisa, dall’alto del suo monumento, ha così ammirato il movimento a stella in esplosione di una massa di gente che si precipitava in direzione del palco e altrettanta che correva in direzione opposta, verso qualunque forma di riparo. Anche il finale è stato decisamente inconsueto: Vanderlyle Cribaby Geeks fatta cantare al pubblico, in una specie di karaoke indie. In mezzo ci sono state le bellissime trame di canzoni vecchie e nuove, Matt Berninger che per Mr. November da un Mark Lanegan abbarbicato al suo microfono si trasforma in Bruce Springsteen e va a cantare in braccio al pubblico. E poi, dopo aver tirato il suo cavo fino a una pasticceria a Ferrara e sul terrazzo di una signora a Vasto, se ne va a eseguire Terrible Love in giro per la piazza, tra la gente. Anche questo, forse, la duchessa Maria Luisa non l’aveva mai visto. Pur avendo avuto di fronte della gente tipo Nick Cave.